Esistono diversi tipi di eventi che possono potenzialmente determinare una reazione traumatica.
Si tratta di tutti quegli eventi che causano nella persona una forte reazione di stress e paura, in particolare quando la vita della persona viene minacciata e messa in pericolo, oppure la persona assiste ad un evento in cui viene minacciata la vita di un’altra persona.
L’evento che determina una reazione traumatica può essere singolo (come ad esempio un incidente stradale) oppure ripetuto nel tempo (abusi fisici durante l’infanzia).
La ricerca ha dimostrato come la sintomatologia traumatica sviluppata in età adulta possa essere collegata ad uno sviluppo traumatico, caratterizzato cioè da condizioni relazionali ed affettive che hanno influenzato la crescita, la capacita di affrontare le difficoltà e di costruire relazioni affettive significative e soddisfacenti. Tali condizioni sono rappresentate ad esempio da trascuratezza fisica ed emotiva, abuso fisico o psicologico, mancanza di attenzione, cura, supporto ed empatia da parte delle figure di riferimento.
Le reazioni ad un evento traumatico possono essere differenti. Generalmente l’evento traumatico viene superato dalla persona senza l’intervento specialistico in quanto il nostro cervello è dotato di meccanismi che consentono la corretta elaborazione e memorizzazione degli eventi.
In particolari circostanze questo però non avviene, tale processo si blocca e determina reazioni fisiche e psicologiche disturbanti per la persona.
In questi casi l’intervento psicoterapeutico è indispensabile per poter riattivare il naturale processo di elaborazione adattiva delle informazioni e riportare la persona al suo funzionamento ottimale.
- Incidenti stradali, sul lavoro o domestici
- Malattie
- Lutti
- Violenza fisica, verbale e psicologica subita o assistita
- Abuso sessuale
- Disastri naturali
- Trascuratezza e disagio in età infantile
Chiunque sia mancato, un figlio, un coniuge, un genitore, un fratello, un nonno, un amico, sentiamo di aver perso una parte di noi stessi e, com’è naturale, sperimentiamo un periodo di sofferenza e difficoltà.
Non si può amare qualcuno e perderlo, senza sentirsi soli e deprivati del suo affetto, della sua esistenza, senza diventare vulnerabili e provare dolore.
L'”elaborazione del lutto” consiste nel lavoro di rielaborazione emotiva dei significati, dei vissuti e dei processi sociali legati alla perdita dell'”oggetto relazionale”, ovvero della persona (parente o amico) con la quale si era sviluppato un legame affettivo significativo, interrotto dal decesso della stessa.
In certi casi essere utile un sostegno psicotanatologico e/o psicotraumatologico.
Superare la morte di una persona cara è un’esperienza molto difficile che in taluni casi, per fortuna rari, può innescare sindromi depressive. Non bisogna però confondere la normale reazione ad un lutto, che presenta manifestazioni molto simili a quelle della depressione, con una vera malattia.
Le fasi del dolore. Il dolore che provoca un lutto si sviluppa normalmente in 5 fasi:
1- Negazione della realtà e isolamento: si tratta di un meccanismo di difesa che ci permette di attenuare l’intensa fase iniziale del dolore. E’ una risposta psicologica temporanea.
2- Rabbia: quando gli effetti mascheranti della negazione della realtà e dell’isolamento cominciano a svanire, la realtà ed il relativo dolore riappaiono. Ma non si è ancora pronti. L’emozione intensa è deviata dall’oggetto del dolore e riorientata e si esprime come rabbia. Rabbia che si può anche orientare verso il soggetto che ci ha provocato il dolore. A questo si può aggiungere un senso di colpa per essere arrabbiati e questo non fa che alimentare la rabbia stessa.
3- Auto recriminazioni: si incomincia poi una fase in cui si auto recrimina su azioni che si sarebbero potute compiere per evitare o ritardare il lutto. Se ci fossimo rivolti al medico prima, se avessimo richiesto l’intervento di altri specialisti, in altre strutture…
4- Depressione: due tipi di depressione sono associati al dolore che provoca un lutto. Una depressione più profonda ed una più legata agli aspetti pratici che il lutto può comportare. La durata di questa fase varia da alcune settimane e sei mesi. Le manifestazioni più tipiche sono umore depresso, sentimenti di tristezza, inappetenza, crisi di pianto, agitazione e scarsa concentrazione. La maggior parte delle persone ha la sensazione che il defunto sia in qualche modo ancora presente.
5- Accettazione: dopo la fase di depressione, i sintomi depressivi regrediscono e la persona tenta di tornare alla normalità. La durata di questa fase è variabile e non tutti riescono a raggiungerla.

- Gestione lutto in età infantile ed adolescenziale
- Comunicazione lutto ai bambini
- Lutto patologico (blocco nel naturale processo di elaborazione dell’evento)
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