Il bisogno di amare e sentirsi amati è un bisogno fondamentale, intrinseco alla condizione umana.
Per questo la maggior parte di noi tende a cercare un compagno o una compagna. Ma ad alcuni capita costantemente di imbattersi nella persona sbagliata e di innamorarsi ripetutamente di persone già impegnate.
Certo, se accade una volta può semplicemente trattarsi di sfortuna, ma se diventa una costante è bene fermarsi un attimo a riflettere, per capire quali dinamiche ci portano a innamorarci sempre di un partner già impegnato con qualcun altro e a soffrirne tutte le volte.
La scelta del partner
Ognuno di noi costruisce la propria immagine di se stesso, dell’altro e della relazione con l’altro a partire dalle proprie relazioni significative. Questi modelli si formano nei primi anni di vita e vengono riproposti in maniera abbastanza sistematica nelle nostre relazioni intime per tutta la vita.
Quindi, nella scelta del partner, ognuno di noi mette in gioco una propria precisa modalità, uno schema, un modello di come quella relazione sarà e di cosa ci aspettiamo da essa.
Ci muoveremo nel mondo con questa idea in testa e cercheremo storie e relazioni che possano consentirci di ritrovare questo modello.
Se abbiamo appreso che in una relazione significativa c’è da aspettarsi di essere rifiutati o messi da parte, è molto probabile che selezioneremo qualcuno che finirà per rimandarci che non contiamo abbastanza, come ad esempio uomini già impegnati con qualcun altro, che non ci ricoprono di attenzioni né ci mettono al centro della loro vita o che comunque non ci possono offrire una relazione esclusiva.
Molto probabilmente, un partner dolce e affettuoso che porta nella relazione uno schema differente, orientato all’affetto e all’accudimento, risulterà poco interessante e noioso.
Quando ci si innamora della persona sbagliata, quindi, il motivo può essere ritrovato nella tendenza di ricreare quelle stesse situazioni da cui spesso si cerca di fuggire, ma che sono le uniche che si conoscono e che offrono una sorta di stabilità, nonostante la sofferenza che possono procurare.
Cambiare è possibile?
Gli schemi che costruiamo di noi, dell’altro e delle relazioni con l’altro non sono immodificabili. Cambiare è sicuramente possibile. Il primo passo fondamentale è riconoscere e accettare che nulla succede per caso. Come diceva Friedrich Shiller: “Non esiste alcuna casualità… ciò che viene presentato come casuale emerge dalle fonti più profonde”.
Il ruolo della psicoterapia nel cambiamento
Iniziare a riflettere sulle nostre scelte può portare a identificare dei modelli antichi e far venire voglia di metterli in discussione.
La psicoterapia, in questi casi, può aiutare ad identificare e modificare quelle cognizioni negative che portano a reiterare comportamenti disfuzionali e alimentano la sofferenza.
In questo modo è possibile arrivare a scegliere liberamente, senza essere condizionati dal passato e dalle esperienze negative che hanno segnato la nostra storia.
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