Che cos’e’ il trauma vicario
La traumatizzazione vicaria è una condizione caratterizzata dal cambiamento in negativo degli schemi cognitivi e dei sistemi di credenze in colui che svolge una professione d’aiuto, che deriva dal coinvolgimento empatico con le esperienze traumatiche altrui.
Il termine “trauma” in psicopatologia viene utilizzato per indicare un’esperienza minacciosa estrema, di fronte alla quale l’individuo è impotente. Condizioni psicopatologiche come la malattia oncologica o cronica, che comportano il rischio di morte, possono facilmente assumere questa connotazione traumatizzante in chi le vive direttamente e anche in chi, svolgendo una professione di aiuto, si prende cura di queste persone.
I meccanismi neurofisiologici alla base del rispecchiamento del dolore degli altri
Il meccanismo che porta a sviluppare il fenomeno della traumatizzazione vicaria e che lo distingue dal burn out, inteso come sindrome psicologica derivante dalla tensione emotiva sul luogo di lavoro, sembra proprio essere la presenza di una relazione empatica tra due persone.
Il meccanismo neurofisiologico della comprensione empatica del dolore si basa sul rispecchiamento dell’altrui condizione dolorosa, ottenuta tramite una simulazione interna che comporta l’attivarsi delle proprie aree del dolore. Dai dati provenienti dalle neuroscienze emerge che empatizzare con il dolore degli altri comporti provare realmente un certo grado di dolore, proporzionale al coinvolgimento affettivo con colui con il quale si empatizza.
I sintomi del trauma vicario
Benché in questa particolare condizione l’esposizione all’evento traumatico sia indiretta, la tipologia di sintomi che ne consegue è la stessa riscontrabile in un quadro clinico di disturbo da stress post-traumatico: pensieri intrusivi, evitamento, aumento dell’arousal e, più in generale, una compromissione del benessere dell’individuo.
Per chi esercita una professione di aiuto e si trova a svolgere un lavoro prolungato con persone traumatizzate dal rischio di perdere la vita, non è facile mantenere un atteggiamento di neutralità. Il rapporto empatico con le persone traumatizzate può causare un cambiamento nel modo in cui l’operatore percepisce sé stesso, gli altri e il mondo. Ascoltando i dettagli delle esperienze traumatiche che vengono riportate dai pazienti, l’operatore diventa testimone della realtà traumatica del paziente e questa esposizione può portare ad una trasformazione all’interno del suo funzionamento psicologico. Queste modificazioni negli schemi cognitivi possono avere effetti negativi sulla sua vita personale e professionale.
Se non si interviene, l’alterazione dell’emotività e degli schemi cognitivi può diventare permanente in quanto ogni nuova esperienza con una persona traumatizzata rinforza questi cambiamenti negativi.
La prevenzione e la cura del trauma vicario
Per prevenire il trauma vicario è innanzitutto fondamentale mantenere un buon equilibrio tra la propria vita privata e professionale, evitando che il lavoro invada e pervada la vita privata.
A questo scopo, è prioritario preservare i propri spazi di piacere, mantenendo attiva la propria rete amicale, curando le proprie relazioni familiari e coltivando i propri hobbies e le proprie passioni.
E’ inoltre importante curare il proprio corpo, cercando di seguire una dieta sana ed equilibrata e facendo esercizio fisico.
Inoltre, è essenziale mantenersi in collegamento con i colleghi e avere la disponibilità di una supervisione continua che riduca la sensazione di isolamento.
Infine, chiunque svolga una professione di aiuto, dovrebbe essere formato sulla prevenzione e la gestione della traumatizzazione vicaria.
Conoscere i meccanismi alla base del fenomeno e le strategie per fronteggiarlo è il primo passo verso la promozione del benessere individuale e della soddisfazione professionale.
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