Ruminazione depressiva: quale ruolo nel mantenimento del disturbo depressivo?

Sono diverse e specifiche le risposte che ognuno di noi può fornire ad un episodio depressivo, ma ci sono alcuni elementi caratteristici che sembrano contraddistinguere la manifestazione della depressione. Una di queste manifestazioni tipiche è rappresentata dalla ruminazione.
Che cos’è la ruminazione?   Secondo Susan Nolen-Hoeksema la ruminazione è una risposta individuale allo stato depressivo determinata dalla tendenza a spostare l’attenzione verso di sé, piuttosto che all’esterno. L’attività ruminativa può essere descritta come un insieme di “pensieri e comportamenti che mettono a fuoco l’attenzione dell’individuo depresso sui suoi sintomi, sulle cause possibili e le conseguenze di quei sintomi”, favorendo in tal modo lo sviluppo di un umore depresso.

A che cosa serve?   Le persone che utilizzano questa modalità di pensiero ritengono in tal modo di fronteggiare la situazione depressiva. Tentano cioè di trovare una soluzione al loro problema.

Quali sono le conseguenze della ruminazione?   Le persone che manifestano la tendenza a ruminare quando sono depresse hanno maggiore probabilità di prolungare nel tempo il proprio episodio depressivo. Quindi se apparentemente il concentrare l’attenzione sui propri sintomi e su di sè sembra essere un modo per affrontare la propria situazione problematica, in realtà non si fa altro che amplificare i sintomi che interferiscono con l’elaborazione delle informazioni ed il pensiero. Così anziché trovare una soluzione adattiva e superare il problema lo si aggrava. Inoltre la ruminazione favorisce la rievocazione di episodi connotati negativamente a livello emotivo contribuendo a mantenere di conseguenza l’umore depresso. L’umore negativo tenderà a sua volta a produrre pensieri e valutazione negative coerenti con l’umore continuando ad alimentare un circolo vizioso depressivo.

Che cosa si può fare?   L’intervento sulla ruminazione appare essere di fondamentale importanza per il trattamento della depressione. L’obiettivo è quello di spostare l’attenzione e la concentrazione su di sé verso fattori esterni. Ciò può essere perseguito aiutando la persona a spezzare il circolo vizioso di mantenimento tra l’autoassorbimento, la ruminazione e l’umore depresso. La cosa più importante da fare è aiutare la persona depressa ad intraprendere anche piccole attività per lui piacevoli che vadano a migliorare l’umore. La distrazione attraverso attività pratiche porta ad interrompere l’autoassorbimento e la ruminazione, a spostare l’attenzione verso l’esterno e quindi a produrre pensieri e valutazioni diversi da quelli depressivi. Inoltre il coinvolgimento in attività quali ad esempio lo sport o la frequentazione di amici fornisce un rinforzo sociale positivo.

Perché è importante intervenire sulla ruminazione?   Perché è un fattore di mantenimento della depressione nella sua fase acuta ma anche un fattore predisponente alla ricadute. Per cui trattare questa modalità di pensiero in maniera efficace consente di rendere la persona meno vulnerabile ad eventuali successivi episodi depressivi, con grande beneficio per la sua salute psicofisica a lungo termine.

 

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