Dal 4 Maggio incomincerà la cosiddetta “fase 2” della gestione dell’epidemia di Covid-19, un periodo di transizione tra il lockdown e il vero e proprio ritorno alla normalità.
Ci saranno ancora tante limitazioni, tante regole da rispettare in nome della sicurezza e della salute, ma molti di noi ripartiranno e torneranno sui luoghi di lavoro.
E questo, seppur da un lato liberatorio, può suscitare ansia e irrequietezza, in quanto sta per cominciare un periodo caratterizzato da forte incertezza.
Cosa succederà? Quale sarà l’andamento del virus? Si tornerà alla “fase 1”? Come gestirò i miei figli se dovrò tornare in ufficio?
A tal proposito, ad esempio, una paziente, che per gli ultimi 2 mesi ho visto esclusivamente online in videoseduta su Skype, mi ha apertamente dichiarato che l’isolamento è durissimo, ma ormai è una consuetudine, e come tale per lei è rassicurante e gestibile, mentre il ritorno a una pseudo normalità la agita moltissimo.
Ovviamente la fase 2 è una condizione nuova per tutti noi quindi, lungi dall’avere in mano la soluzione magica, ho cercato di aiutare la mia paziente a gestire al meglio questa agitazione.
Innanzitutto, si tratta di una novità che, come tutti i cambiamenti, richiede un riadattamento fisiologico, per cui è necessario darsi del tempo per riprendere un po’ le misure. Non pretendere da te di essere subito operativo al 100%, ma concediti di abituarti gradualmente alla nuova situazione. Fai un passo alla volta e nota come ti senti.
Cerca di fare ciò che ti fa sentire più sicuro e a tuo agio, sperimentando piccoli cambiamenti e se non ti senti di fare qualcosa esplicitalo a te stesso o a chi te lo chiede.
Tutto questo ti aiuterà a crearti gradualmente una nuova routine e ad impostare delle nuove abitudini che contemplino le attività proibite durante il periodo della quarantena.
Questo processo di riadattamento potrà farti sentire teso o stressato. Ricorda a te stesso che è normale e concediti una piccola cosa piacevole, una coccola. Poi non dimenticarti che anche il corpo accumula e conserva le tensioni, quindi cerca di rilassare il corpo. Qualche esercizio di rilassamento muscolare oppure la pratica della respirazione lenta o anche un po’ di yoga o meditazione (es. mindfulness) possono essere molto utili per scaricare le tensioni fisiche e rilassare il corpo, con un impatto positivo anche sul sonno.
Ultimo, ma non in ultimo, cerca di imparare qualcosa di positivo su di te da questa dolorosa esperienza. Hai scoperto di avere risorse che non avevi mai tirato fuori? Hai notato che nonostante tutto sei riuscito a fare qualcosa di buono o a passare dei momenti piacevoli? Hai scoperto un’inaspettata capacità di reagire? Soffermati su quello che ti ha aiutato e ti sta aiutando piuttosto che sulle difficoltà che hai incontrato o che stai tutt’ora incontrando.
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