L’impatto del trauma sul benessere psico-fisico
Aver vissuto o assistito ad eventi traumatici rappresenta una minaccia per la salute mentale degli individui e per il loro benessere generale.
Le persone esposte a un’esperienza traumatica grave e intensa, come ad esempio aggressioni fisiche o sessuali, calamità naturali, attacchi terroristici, gravi incidenti o lutti complicati possono presentare, nei giorni e nelle settimane immediatamente successive all’evento stressante, un’ampia varietà di sintomi che procurano marcata sofferenza, paura, terrore e senso d’impotenza.
A quali segnali fare attenzione
Solitamente, dopo essere stati vittima di un evento traumatico, possono insorgere:
- Sintomi di intrusione, come improvvisi e ricorrenti flashback (percezioni di star risperimentando l’evento nel presente, fino alla completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante), ricordi intrusivi e sogni il cui contenuto e le emozioni suscitate sono riconducibili all’esperienza traumatica.
- Umore negativo: incapacità prolungata di provare emozioni positive, come gioia, felicità e soddisfazione, o legate all’intimità, l’affetto e la sessualità.
Al contrario, il tono dell’umore è prevalentemente negativo e le emozioni più comunemente esperite sono paura, tristezza, rabbia, colpa e vergogna. - Sintomi dissociativi: come senso di irrealtà o incapacità di ricordare elementi dell’evento traumatico.
- Sintomi di evitamento: tentativi di evitamento degli stimoli che abbiano a che fare col trauma: sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate al trauma o per evitare luoghi, persone, attività che evochino ricordi dello stesso.
- Sintomi di aumentata attivazione fisiologica (arousal): disturbi del sonno (sia all’addormentamento che nel mantenimento del sonno), comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia improvvisa verso gli altri anche in assenza di provocazione. Sono inoltre presenti sintomi di ipervigilanza, cioè di aumentata sensibilità alle potenziali minacce, e di particolare reattività di fronte a stimoli inattesi e difficoltà di concentrazione.
L’importanza di un intervento precoce
Attuare con le vittime di traumi azioni immediate di prevenzione (entro i primi 3 mesi dall’insorgenza dell’evento traumatico), attraverso un intervento psicologico precoce con la terapia EMDR, riduce il livello di stress post-traumatico e agisce nel ridurre la probabilità che insorgano disturbi mentali, con notevole beneficio per l’individuo e, in ottica più ampia, per la collettività.
L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensibilization and Reprocessing, desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico di elezione per il trattamento del trauma.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica e utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione bilaterale alternata destra/sinistra per innescare il processo di rielaborazione adattiva dell’informazione, che permette una desensibilizzazione nei confronti dei ricordi traumatici e una ristrutturazione cognitiva che porta alla riduzione significativa dei sintomi (stress emotivo, pensieri invadenti, ansia, flashbacks, incubi).
L’EMDR nella fase di “post-emergenza” permette di ridurre la sofferenza, facilita il processo di auto-guarigione, previene il consolidarsi di sintomi post-traumatici, cura la sintomatologia post-traumatica e rafforza la capacità di resilienza della persona.
La ricerca in ambito clinico evidenza che già in 3-6 sedute di terapia EMDR si assiste alla remissione del 77% dei sintomi post-traumatici in vittime di traumi singoli.
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