Quanto spesso nei conflitti e nelle difficoltà relazionali emerge il problema della fiducia?
“Ha tradito la mia fiducia”, “Non posso più fidarmi dopo quello che ha fatto”, “E’ preferibile essere diffidenti per non farsi fregare”, “Non sei degno della mia fiducia”.
Sono solo alcune delle affermazioni che emergono in terapia e che normalmente vengono seguite da comportamenti e atteggiamenti di chiusura, risentimento, recriminazione, rabbia manifesta.
Il dolore percepito unito alla difficoltà nel trovare una soluzione possono essere così forti da portare alla rottura della relazione.
Il problema della fiducia fantasticata.
Normalmente sentiamo di aver fiducia nelle persone che ci trattano così come noi desideriamo o così come pensiamo una persona debba essere trattata. Ci fidiamo in sostanza di chi soddisfa le nostre aspettative. Se però accade che questa persona ci rifiuta o ci ferisce noi perdiamo la fiducia. Questo avviene perché il sentimento di fiducia non è radicato in noi ma dipende dall’esterno. Non possiamo perciò parlare di reale fiducia ma di una fiducia fantasticata. Significa che la fiducia che accordiamo all’altro non dipende da quanto profondamente lo conosciamo ma dal fatto che in un certo momento, soddisfacendo le nostre aspettative, ci fa sentire fiduciosi.
Ogni volta che al contrario l’altro fa qualcosa che ci fa sentire sfiduciati, allora iniziamo ad accumulare risentimento e sfiducia sempre più profonda e generalizzata.
Cosa accade quando si riattiva la sfiducia?
La sfiducia che si attiva nella relazione presente riapre una ferita di sfiducia nata molto precocemente nella nostra storia, che risiede normalmente nel nostro inconscio. Quando viene riaperta può risvegliare ricordi inconsci di quando in passato siamo stati traditi o invasi da piccoli e portarci a reagire in maniera anche spropositata nei confronti della persona che l’ha risvegliata.
È come se rispondessimo non solo al torto subito nel presente ma a tutti quelli subiti nel passato.
Sono proprio le persone a noi più care e vicine, come partner, genitori, amici, figli, che risvegliano questa ferita e se ciò non diviene col tempo consapevole rischiamo di rovinare o interrompere rapporti importanti.
Nello stato della fiducia fantasticata crediamo che qualcuno o qualcosa dall’esterno ci potrà rendere felici. Se questo non accade possiamo sentirci molto frustrati o disperati.
Cos’è la fiducia reale?
È’ un sentimento che si basa sulla profonda esperienza interiore dell’esistenza come qualcosa che ci sostiene e che si prende cura di noi. Qualunque esperienza, positiva o negativa, ha il solo obiettivo di aiutarci a crescere. Accettare il dolore come aspetto integrante di questa crescita ci aiuta a non combatterlo e a diventare sempre più maturi. Questa fiducia ci consente di affrontare tutte le esperienze senza temere di essere distrutti o sopraffatti da alcune di esse.
Questo tipo di fiducia non significa che non proveremo mai più sfiducia. Quest’ultima può essere provata nei confronti di una specifica situazione o persona dopo aver letto chiaramente la realtà anziché reagito alla nostra ferita. Possiamo, coerentemente con quello che sentiamo, concludere che non sia abbastanza sicuro esporre la propria vulnerabilità. Non è necessario arrabbiarci con l’altro perché abbiamo compreso che non ci sono garanzie assolute (a dispetto delle nostre aspettative) quando ci apriamo a qualcuno. È’ dunque una decisione presa su una base di chiarezza e accettazione di come stanno le cose, non di come vorremmo che fossero.
Questo tipo di chiarezza e quindi di fiducia ci consente di aprirci quando ci sentiamo al sicuro e accolti e chiuderci quando la situazione lo richiede.
Come si passa da un tipo di fiducia all’altra?
Il punto di partenza consiste nel cominciare ad avere di nuovo fiducia in noi stessi. Le situazioni che mettono in discussione le nostre aspettative o speranze sono occasioni utili per iniziare a vedere la vita così com’è realmente. Se cominciamo a capire la differenza tra fiducia fantasticata e fiducia reale possiamo riconoscere quando le nostre fantasie prendono il controllo e questa consapevolezza ci consente di comprendere cosa sta realmente accadendo. A volte può essere doloroso vedere le cose come stanno e probabilmente una parte di noi continuerà a sentirsi ferita in certe occasioni e non smetterà di sperare che le cose vadano diversamente. Tale sofferenza va percepita ma se siamo consapevoli della sua provenienza possiamo vivere senza reagire ad essa, prendendo atto della realtà e di quello che effettivamente ci mostra.
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