Come “distruggere” il proprio rapporto di coppia in “2 semplici mosse”

Nel corso degli anni abbiamo lavorato molto in psicoterapia con coppie e individui maestri nell’arte del danneggiare la propria relazione. E’ come se questi individui si “ingaggiassero “in una specie di danza nella quale ciascun partner conosce benissimo, senza averne consapevolezza, la sua parte.

Recenti ricerche hanno messo in luce due modalità tipiche di gestione del conflitto e della difficoltà all’interno della coppia: la prima ha a che fare con il ritiro emotivo, la seconda con un’aspettativa irrealistica rispetto al fatto che il partner possa comprenderci senza che noi gli spieghiamo cosa c’è che non va.

Ad esempio, un partner si ritira emotivamente quando c’è da affrontare differenze o conflitti, poi rimane in attesa, in silenzio e spera che il conflitto si “estingua” in qualche modo. Un altro partner, più o meno allo stesso modo, pensa di poter comunicare i suoi pensieri e le sue emozioni senza parlare e si aspetta (pensiero magico) che l’altro legga nella sua mente e si comporti nella maniera sperata.

E’ tipico. E’ come osservare due ballerini che si esibiscono in un valzer dove ogni singolo movimento di un membro della coppia è perfettamente coerente e complementare con quello dell’altro membro della coppia. Perfetta integrazione, sofferenza da parte di entrambi e nessuna consapevolezza di quali azioni dell’uno fanno male all’altro e perché.
Le coppie portano in terapia i modelli relazionali appresi nell’infanzia e oggi la ricerca empirica ha affinato la nostra comprensione di come questi modelli appresi nell’infanzia agiscano dentro di noi nell’età adulta.

Le considerazioni che emergono da tanta letteratura ci spingono a pensare che è bene che le coppie siano consapevoli dei propri modelli relazionali prima possibile, certamente prima che i legami possano danneggiarsi e se possibile prima dell’arrivo dei figli. L’intervento sulla coppia, dunque, dovrebbe essere un intervento precoce e preventivo, utile a verificare a impostare, se serve, un lavoro terapeutico prima che gli individui della coppia decidano, ad esempio, di unire le proprie vite o di avere dei figli. Un lavoro preventivo è utile anche laddove non ci siano difficoltà evidenti, solo per stimolare o potenziare una logica di trasparenza e comunicazione degli affetti e di depotenziare l’inclinazione al ritiro affettivo e al pensiero magico (di cui abbiamo parlato sopra). Trasparenza e condivisione degli affetti sono, a nostro avviso, condizioni essenziali per il successo di una relazione d’amore e non solo.

Una ricerca, condotta presso la Baylor University, ha esaminato le due dinamiche relazionali del ritiro e del pensiero magico e ha dimostrato come siano dannose in modi diversi, e per motivi diversi. “Il ritiro è il più problematico per i rapporti”, spiega il ricercatore Keith Sanford. “E ‘una tattica difensiva che gli individui usano quando si sentono attaccati, ed è stata stabilita una correlazione diretta tra ritiro e minor soddisfazione generale nella relazione.”

L’altra dinamica tipica, quella dell’aspettarsi che il partner legga nella nostra mente e capisca perfettamente cosa ci aspettiamo che lui o lei faccia, è tipica delle personalità ansiose e, sempre secondo Sanford “Rende particolarmente difficile per le coppie a fare progressi verso una risoluzione dei conflitti”.

 

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