Le APP di dating
Le APP di dating online costituiscono per almeno 9 milioni di single italiani il modo più facile per trovare un partner. L’offerta è vastissima, solo per citarne alcune: Tinder, Badoo, Bumble, Once, Her e Grindr.
Eppure, questo modo di conoscere persone, appare troppo comodo, troppo facile e quando le cose stanno così, i rischi sono dietro l’angolo.
Possibili conseguenze sull’ autostima
Tanti riferiscono di utilizzare le APP di dating, alcuni riferiscono addirittura di aver trovato proprio così l’anima gemella, ma sono altrettanti quelli che se ne lamentano, riferendo l’impossibilità di trovare persone realmente interessate a una relazione o comunque rispondenti ai propri interessi.
In altre parole, l’incontro reale porta spesso alla delusione delle aspettative e all’insorgenza di sentimenti di inadeguatezza e a pensieri negativi del tipo “Se va sempre male, se nessuno mi richiama dopo il primo incontro, vuol dire che ho qualcosa che non va, che non sono abbastanza attraente e interessante da essere richiamato/a per un secondo appuntamento”.
A questo proposito, uno studio americano ha evidenziato che di solito le persone cercano partner più attraenti di loro, riducendo così le proprie possibilità di successo.
Sembra anche che una tra le APP di dating più famosa in assoluto, proprio a questo proposito, abbia elaborato un algoritmo che fa si che i belli vedano solo i belli e i brutti solo i brutti, qualità calcolata dall’algoritmo sulla base della quantità media di swipe right (bello) e swipe left (brutto) riscossa da ogni utente.
In ogni caso,attraverso il sistema di swiping, l’altro viene scelto basandosi interamente sulla mera apparenza fisica, che diventa valore totale e indiscusso.
Questa particolare attenzione rivolta all’immagine e all’apparenza fisica tende ad accrescere in molte persone sentimenti di inadeguatezza.
Una ricerca condotta da Strubel e Petrie nel 2017 ha approfondito gli effetti dell’utilizzo di queste APP su vari costrutti quali la soddisfazione corporea, la tendenza a confrontarsi con altri, l’internalizzazione di determinati canoni estetici, il monitoraggio corporeo, la vergogna per il proprio corpo e l’ autostima e ha evidenziato, in chi usa queste APP, minore livelli di soddisfazione per la propria immagine corporea e una maggiore tendenza all’automonitoraggio corporeo, anche sulla base degli ideali estetici culturalmente esaltati.
Gli autori enfatizzano come questa attenzione eccessiva sul corpo e la bellezza possa portare a sviluppare ansia, sintomi depressivi, sentimenti di vergogna, disfunzioni sessuali, disturbi alimentari e distress psicologico.
Sebbene il successo riscosso da questo tipo di APP sia indiscusso (luoghi virtuali che permettono di conoscere persone in base alle tue preferenze, in termini di età, sesso, abitazione, lavoro possono in effetti sembrare una fantastica soluzione) è bene far attenzione a quei meccanismi che potrebbero amplificare difficoltà personali a entrare in relazione o crearne di nuove.
L’importanza delle esperienze relazionali positive
Il bisogno di avere relazioni è un bisogno innato e sano.
È però importante cercare di fare esperienze relazionali positive che rinforzino l’immagine che abbiamo di noi stessi e la nostra autostima anziché esporci ad esperienze che continuano a rimandarci inadeguatezza e farci sentire rifiutati e non all’altezza.
Quindi…attenzione agli APP-untamenti!
© MilanoPsicologo.it | Centro di Psicologia e Psicoterapia – Milano | Terapia Cognitivo Comportamentale CBT + EMDR + Neurofeedback + Psico-Training