Che cos’è la food addiction
L’espressione inglese “food addiction”, in italiano “dipendenza da cibo”, denota una condizione compulsiva in cui non si può fare a meno di mangiare certi tipi di cibo, in generale ricchi di zuccheri e grassi.
Questo comportamento si associa a intense emozioni positive che, nonostante la consapevolezza degli effetti negativi sulla salute di certe abitudini alimentari, non possono che continuare ad alimentarle.
Il meccanismo è simile a quello alla base della tossicodipendenza e di quelle che vengono definite le “nuove dipendenze”.
E’ importante sottolineare che non si tratta di una questione di mancanza di volontà, come si è spesso portati a pensare (con effetti ulteriormente negativi sull’autostima e l’immagine di sé), ma entrano in gioco una serie di emozioni positive, che colmano pregresse mancanze, e si associano al comportamento problema, che sono alla base dell’attivazione di determinati neurotrasmettitori cerebrali legati al piacere/ricompensa e al mantenimento della compulsione.
In particolare, la dopamina è un neurotrasmettitore fondamentale per poter parlare di dipendenza e un suo aumento nell’organismo favorisce la probabilità di “addiction”, essendo centrale nei meccanismi di apprendimento di nuovi segnali e regolazione del comportamento (Manna, 2006).
Apprendere dall’esperienza implica ripetere quello che in noi produce sensazioni di gratificazione e benessere. Il nostro cervello, ogni qual volta sperimentiamo momenti di piacere, libera alcune sostanze, la dopamina in primis, che funzionano da rinforzo a quello stesso stimolo, rimarcandolo. Il circuito di ricompensa viene chiamato così perché descrive il meccanismo di rinforzo di una determinata esperienza, che ci guida nel futuro, verso la sua ripetizione.
Importanti studi compiuti su animali hanno confermato l’attivazione della dopamina in condizione di eccessiva assunzione di cibi, soprattutto ricchi di zuccheri.
A quali sintomi fare attenzione
Per riuscire ad individuare una dipendenza da cibo è innanzitutto importante conoscerne e riconoscerne i sintomi.
Ti capita spesso di:
- Mangiare molti cibi ricchi di zuccheri e grassi, nonostante tu sia sazio o abbia appena finito di mangiare?
- Consumare una quantità di cibo decisamente superiore alle tue intenzioni o al tuo fabbisogno?
- Pensare costantemente a quando mangerai proprio quel cibo che ti piace tanto?
- Mangiare sull’onda di emozioni negative, con l’intenzione di sentirti meglio?
- Non riuscire a seguire un regime alimentare sano o a stabilire delle regole per l’assunzione di determinati cibi?
- Sentirti in colpa dopo aver mangiato?
- Nascondere agli altri i tuoi comportamenti alimentari?
- Vergognarti dei tuoi comportamenti alimentari?
Se hai risposto si alla maggior parte di queste domande, probabilmente hai una “food addiction”.
Perché è importante chiedere un aiuto specifico
La “food addiction” può avere tutta una serie di conseguenze negative, anche gravi, per la salute fisica e psichica. Può infatti causare un notevole aumento ponderale, che costituisce un fattore di rischio per molte malattie, come ad esempio le malattie a carico dell’apparato cardio-circolatorio o il diabete e avere conseguenze importanti anche sull’autostima, favorendo sentimenti di inadeguatezza che rischiano di impattare negativamente sul tono dell’umore, che diventa sempre più deflesso. Il rischio, poi, è quello che il cibo diventi lo strumento per sentirsi meglio, innescando un circolo vizioso disfunzionale che si autoperpetua e che è difficile interrompere.
In questi casi è importante risvolgersi a uno psicoterapeuta, che possa aiutarti a capire quali bisogni il cibo ti permette di soddisfare e a sviluppare delle abitudini alimentari più sane e funzionali e delle modalità più efficaci per sentirti bene.
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